Gli organi della Prepositura di San Verano
Le più antiche notizie che possediamo sull’esistenza di un organo all’interno della chiesa di San Verano risalgono al 1688. Sappiamo che in quell’anno vi fu un incendio distruttivo di cui abbiamo una precisa Cronaca lasciataci dall’allora proposto Don Antonio Filippo Bernardeschi. In questa descrizione si legge che anche l’organo della Chiesa, posizionato sulla cantoria sopra l’ingresso principale, andò completamente distrutto.
Negli anni successivi l’organo fu probabilmente riacquistato con i soldi che la Magistratura dei Nove di Firenze aveva stanziato per la ricostruzione. A conferma di ciò abbiamo trovato nell’Archivio Storico del Comune alcune Delibere riguardanti la manutenzione dell’organo di San Verano, sostitutivo di quello andato distrutto, anch’esso però ormai invecchiato.
La prima Delibera è del 13 marzo 1756 e così recita: “Con l’assistenza del sig. Verano Tuccini e Giovanni Battista, i consiglieri rappresentanti la comunità di Peccioli che hanno rimesso la questione dell’organo della comunità posto nella Chiesa parrocchiale Prepositura, dove è in cattivo stato: i mantici del medesimo sono rotti e le due mensole che lo sostengono hanno molto ceduto sì che la macchina è in pericolo di rovinare. Con loro legittimo partito di voti due tutti favorevoli stanziarono la somma di lire sessantacinque per restaurare e ripulire l’organo suddetto e far fare di nuovo i mantici dalla ditta Tronci di Pistoia e a pagare la mercede che sarà a carico della comunità di lire 25 subito quando sarà terminata l’opra e il resto alla fine dell’anno”. In questo documento abbiamo la prima conferma che l’organo nella chiesa di San Verano è uno strumento Tronci.
Anche l’organaro in questo periodo doveva essere a carico della comunità poiché in una Delibera del 1762 si legge l’apertura di un concorso pubblico per organista: “Addì 22 agosto 1762, fu da me cancelliere ricordato come attesa la vacanza alla carica di organista di loro comunità mediante la rinunzia fatta dal Sig. reverendo Gaetano Giuntoli erano stati in esecuzione affissi al magistrato medesimo dei Sig.ri surrogati di Pisa in data 22 luglio affissi pubblici di tale vacanza coll’assegnazione di giorni 10 chi avesse voluto concorrere al detto impiego. Il Sacerdote Sig. Giovanni Marsili di Pontedera, con loro legittimo partito di voti due tutti favorevoli elessero l’organista di detta comunità”. Ancora negli anni successivi si trovano le delibere per la conferma all’organista, insieme al Cerusico (medico) e al maestro.
Lo stipendio corrisposto per un anno all’organista era di scudi 10 comprensive di tutte le spese, “colli soliti obblighi carichi ed emolumenti e solito salario di scudi 10, salvo l’approvazione con che non possa conseguire il salario se non dal giorno in cui dopo l’approvazione del seguente partito sarà il medesimo affisso in questa cancelleria di Peccioli al solito posto”.
Fatto sta che nel 1776 l’organo abbisognava ancora di grandi lavori di manutenzione, infatti nella Delibera del 30 aprile 1776 si legge: “Successivamente con loro legittimo partito di voti due tutti favorevoli, stanziarono la somma di scudi settanta da spendere nel far ritornare in buono stato l’organo di detta loro comunità posto nella chiesa parrocchiale di San Verano di Peccioli a forma della relazione che è già stata fatta dal signor Vincenzo Zannetti professore valoroso abitante in Pisa il quale si accontenta di ritirare la suddetta somma di spesa a compimento, in quella forma che sarà accordata direttamente dai comunisti di Peccioli obbligandosi detto sig Zannetti di mantenere in buona forma suonante il medesimo organo per il corso d’anni quaranta”.
Anche l’organo Tronci della comunità si trovava in fondo alla Chiesa sopra la cantoria come quello più antico andato distrutto nell’incendio del 1688. Nell’archivio parrocchiale, infatti, possiamo leggere note di alcune spese: “1744 – Spese per li ganci della tenda sotto l’organo, 1745 – Spese per li confessionali sotto l’organo, 1765 – Spese per avere rifatti due vetri sopra l’organo, 1770 – Spese per la finestra sopra l’organo”.
E’ datato al 1789 un inventario nell’archivio parrocchiale in cui è descritta precisamente la posizione dell’organo: “Sopra la porta principale della Chiesa esiste l’orchestra, sostenuta da mensole in legno ove esiste una cassa contenente l’organo che è spettanza del municipio e deve mantenere anche l’organista, si accede all’orchestra dalla parte del loggiato esterno”.
Il grande organo Tronci nella chiesa di San Verano cessò di suonare negli anni ’60 del Novecento, quando si rese necessario un restauro generale della Chiesa voluto dalla Sovrintendenza delle Belle Arti. Il proposto di allora, Monsignor Merlini si oppose alla rimozione dell’organo ma vi fu anche un’ordinanza del Genio Civile, in quanto le mensole in legno che lo sorreggevano non erano staticamente sicure. Il Proposto descrisse bene i motivi della rimozione in una memoria nella quale si legge: “Marzo 1960. Durante i lavori di ripristino della Chiesa Propositura mi fu ingiunto di togliere l’organo di fondo alla Chiesa. Io non volevo ma fu comandato in accordo con il genio civile che la cantoria antiestetica poteva minacciare l’incolumità dei fedeli, inoltre copriva la parte più bella e antica in pietra e non avrebbe consentito la riapertura della bifora. Per questo, contro mia voglia dovetti smontare l’organo addossandomi la spesa incontrata nella rimozione eseguita dall’organaro”.
Un altro organo era presente anticamente nella chiesa di San Verano, posizionato nella cappella dell’Assunta, di proprietà della stessa Compagnia. Se ne trova traccia nei libri contabili della Confraternita, dove si legge che nel 1760 vi fu una spesa per restaurare l’organo della Compagnia. Nel 1851 fu sistemata la scala per l’accesso all’organo, nel 1886 altri interventi per la manutenzione dell’organo stesso.
L’organo Tronci è ora nella sacrestia del Santissimo Sacramento, completamente smontato e raccolto in alcune casse di legno, vi sono ancora tutte le canne, più di 600, il somiere, la tastiera i registri, vi sono ancora i due mantici a cuneo che negli ultimi tempi di attività dell’organo furono sostituiti da un elettroventilatore. Nel somiere si legge una scritta autografa, “L’anno 1939 del 25 11 fu collaudato quest’organo che fu fatta la tastiera e pedaliera nuova dalla ditta Bernardini Andrea”. In una condotta dell’aria è presente una etichetta del costruttore, Filippo Tronci, ma non si leggono purtroppo né la data né il numero di serie della macchina, i quali avrebbero permesso di risalire all’anno preciso della costruzione.
I Tronci di Pistoia
La ditta di Organari Tronci ha origine a Pistoia agli inizi del Settecento. Filippo Tronci, che era stato insieme al fratello Antonio allievo dell’antico costruttore organario Domenico Cacioli di Lucca, inizia l’attività di organario in proprio e di lì a poco monopolizza tutto il mercato degli organi nella Toscana e delle zone confinanti. E’ questa la prima di ben cinque generazioni di organari, arrivate fino al 1918. Attivi soprattutto in Toscana, Emilia-Romagna e Lazio, i Tronci lasciarono i loro strumenti anche in Liguria, nel periodo intercorrente fra gli ultimi anni del XVIII ed i primi tre decenni del XIX secolo. Nella Pistoia dell’epoca la tradizione organaria era già molto forte, vi erano infatti molte altre ditte, e ne nacquero di nuove, tra le quali gli Agati. Il pistoiese Pietro Agati (1735-1806), formatosi alla scuola del bolognese Filippo Gatti, è l’iniziatore dell’altra stirpe di organari pistoiesi. La sua opera venne infatti proseguita dal figlio Giosuè (1770-1847) e dal nipote Nicomede (1796-1885). I rapporti fra le due famiglie degli Agati e dei Tronci furono sempre all’insegna di una continua concorrenza per la supremazia nella fabbricazione di organi. Nel 1883 l’ultimo erede degli Agati, Nicomede, vendette l’antica fabbrica ai Tronci, i quali ebbero anche il privilegio di aggiungere, da allora, al proprio cognome quello dell’illustre famiglia, La fama delle due ditte travalicò i confini nazionali: ancora oggi esiste un organo pistoiese nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Gli organi costruiti dalle famose officine degli Agati e dei Tronci sono famosissimi e dal timbro inconfondibile, sono reputati i migliori strumenti dagli appassionati di musica per organo di tutto il mondo. La Famiglia Tronci tutt’ora possiede un laboratorio di piatti musicali che esporta strumenti in tutto il mondo.