Lo stemma gentilizio in
pietra arenaria, localizzato sulla facciata principale di un palazzo che si
affaccia su piazza Domenico da Peccioli, è troncato e presenta un’aquila a volo
spiegato nella parte superiore. Lo stemma appartiene a una famiglia
importantissima in Firenze: i Quaratesi. Essi
avevano un castello a Quarate,
frazione di Bagno a Ripoli (FI),
da cui derivò il loro nome. A Firenze si
stanziarono in Oltrarno, nel “popolo” di San Niccolò (gonfalone del
Nicchio) e sono citati in documenti della chiesa di San Niccolò Oltrarno dal
1363, sebbene già presenti in città da parecchi anni. Furono inizialmente
ghibellini, per poi convertirsi alla parte guelfa. Spesso suoi membri
ricoprirono incarichi politici nella Repubblica a partire dal 1317, quando
venne eletto Lotto di Guineldo; fino al 1518 si contano 8 gonfalonieri di
giustizia e 32 priori. Nel 1378, all’epoca del Tumulto dei Ciompi, Vanni
Quaratesi sostenne il popolo e ricevette poi l’investitura come cavaliere.
Appartennero all’Arte dei Mercatanti e furono in consorteria con gli Uguccioni,
i Banchi, i Guardini, i Pieri. All’epoca dell’ascesa medicea furono nemici di
Cosimo il Vecchio e alleati di Niccolò da Uzzano, Rinaldo degli Albizi, Gino di
Neri Capponi e Palla Strozzi. Tra i membri familiari si distinsero Castello di
Piero, politico, priore nel 1428 e gonfaloniere di Giustizia nel 1441 e nel
1447, oltre che abile mercante. Nel 1518 decisero saggiamente di mettersi da
parte nella vita politica per lasciar maturare gli eventi: ciò permise loro,
una volta caduta la Repubblica nel 1530, di ottenere dai duchi medicei vari
incarichi prestigiosi nel nuovo Stato fiorentino. Nel 1590 Vincenzo di Simone
fu il primo cavaliere di Malta, a cui seguirono altri cavalieri dell’Ordine di
Santo Stefano (dal 1614 al 1767) e senatore, (a partire da Jacopo di Francesco
nel 1608). Il casato ottenne il patriziato con decreto della Deputazione sopra
la Nobiltà nel 1751.
Insediatisi a Peccioli agli
inizi del ‘600, ebbero alcune proprietà fino al XVIII secolo nel Terziere di
San Jacopo, di cui siamo a conoscenza consultando gli estimi medicei del Fondo
Fiumi e Fossi dell’Archivio di Stato di Pisa. E’ da reputarsi di loro
costruzione il palazzo in piazza Domenico da Peccioli, dove è tuttora posto lo
stemma di cui ci stiamo occupando. La presenza di questa famiglia nel
territorio di Peccioli e nella sua campagna, è stata rilevata solo all’interno
dell’estimo mediceo del 1690.