Nato a Pontedera nel 1842, Luigi Bellincioni frequentò a Firenze l’Istituto Tecnico di Belle Arti, diplomandosi nel 1866 presso l’Accademia, con il titolo di ingegnere e di architetto. A Firenze fece pratica dapprima nello studio di Giuseppe Michelacci, all’epoca importante ingegnere idraulico e poi in quello di un altro illustre architetto fiorentino, Felice Francolini, appartenente alla prima generazione di architetti del Classicismo della Restaurazione.
Pur mantenendo intensi contatti con l’ambiente fiorentino, l’esordio della sua attività professionale avvenne a Pontedera, dove lavorò dapprima come ingegnere per le Ferrovie Toscane e poi dedicandosi all’edilizia pubblica e privata in tutto il territorio della Valdera. Qui all’attività progettuale affiancò ben presto l’impegno politico nelle file del partito liberale che lo portò a rivestire per ben tre volte la carica di sindaco di Pontedera (1895, 1908 e 1914) e quella di consigliere e poi di assessore della Provincia di Pisa (1906-1908). Molto attivo nella zona nella zona, si dedicò in modo particolare alla progettazione di campanili distribuiti tra il territorio della Valdera e della vicina Val di Cecina.
Sono state infatti realizzate da Bellincioni campanili come quello della parrocchia di Sant’Andrea a Soiana (1886-1897), quello della chiesa di San Frediano a Forcoli, quello della chiesa di San Pietro a Santo Pietro Belvedere (Capannoli), quello della chiesa di San Verano a Peccioli, il Campanile della parrocchiale di San Giovanni a Pomarance (1898), il Campanile della parrocchia di Pieve di Santa Maria Novella (Marti) e quello della chiesa della Misericordia a Pontedera, a cui si è affiancata la costruzione di cinema e teatri (ad esempio il cinema Lumière di Pisa). La torre campanaria di Peccioli è stata realizzata da Bellincioni nel 1885. Nello stesso arco di tempo Bellincioni aveva anche presentato il progetto di un nuovo Palazzo Comunale a Peccioli, che doveva sorgere nell’area oggi occupata dal centro Polivalente, caratterizzato da un rivestimento a bugnato, un coronamento di merli, le finestre del secondo e terzo paino a bifora, e da una torretta angolare contenente un orologio. Bellincioni fu anche molto attivo nella natìa Pontedera, ma anche a Firenze, Viareggio, nella Lucchesia e nel Lazio, realizzando piani regolatori, come quello della cittadina di Pontedera, ma anche edifici pubblici (palazzi comunali, teatri, scuole, ospedali, alberghi e manifatture), infrastrutture (linee ferroviarie e acquedotti) ed edifici privati a Pontedera (come Palazzo Morini (1880-1885), Palazzo Naldini (1880), Palazzo Bruschi, Palazzo Bellincioni (1886), Palazzo Pitschen (1883), Palazzo Ciompi (1872), Palazzo Paoletti Zeppini (1868-1870), Palazzo Valli a Ponsacco (1873), edifici religiosi (chiese e camposanti come la Chiesa della Misericordia a Pontedera (1883-1892) e il Camposanto di Ponsacco), arredi urbani (monumenti) e sistemazione di aree verdi.
Un discorso a parte merita la torre campanaria di Peccioli, di gusto moresco, frutto di un rifacimento e di una sopraelevazione di una precedente torre di impianto romanico pisano. Essa è collocata sul retro della Chiesa di San Verano, con l’accesso dalla Piazza del Popolo. La torre campanaria che vediamo oggi, progettata da Bellincioni, fu terminata nel 1898 e, innalzandosi per 42 metri, si presenta ricoperta da pietra scura bocciardata proveniente dalle cave di Montecatini Val di Cecina. La costruzione del campanile di Peccioli fu accompagnata da molte polemiche: nel 1833 si costituì infatti nel paese una commissione per decidere la nuova forma da dare al nuovo campanile da ricostruire su quello medievale ormai in rovina. Il pecciolese Pasquale Faldi, professore con studio a Firenze, rifiutò l’incarico che gli era stato affidato in prima battuta, dichiarando che l’operazione era una specie di profanazione delle forme romaniche della chiesa. Fu così che due anni dopo Bellincioni invece accettò l’incarico e presentò il progetto incurante degli attacchi sferrati dal Faldi. Il campanile del Bellincioni risulta composto da tre parti: quella inferiore a pianta pressoché quadrangolare (porzione romanica del campanile), costruita come la chiesa a conci di pietra arenaria di colore beige-grigio, ancora visibili sui muri laterali, mentre il fronte sulla piazza è stato rivestito con selagite, la pietra di colore grigio scuro proveniente dalle cave di Montecatini Val di Cecina e utilizzata anche per il resto della costruzione. La superficie di questa pietra si presenta bocciardata (ovvero resa scabra dalla lavorazione con un martello). La parte centrale è divisa in due celle campanarie sovrapposte, entrambe con una monofora, la struttura è coronata da una balaustra a pianta ottagonale, al centro della quale si imposta una guglia che porta al culmine una sfera in rame e una banderuola dei venti. La scala interna, costituita da centocinquanta scalini, assume un andamento elicoidale a partire dalla seconda cella campanaria. Il campanile di Peccioli, dunque, con la sua forma particolare si presenta riconoscibile anche in lontananza, ed è ormai divenuto l’emblema della cittadina di Peccioli. Dal 1888 Bellincioni fece parte della Commissione per la conservazione dei monumenti e delle antichità della Provincia di Pisa. La sua opera si ispira al classicismo rinascimentale, cui si avvicina con un approccio eclettico aperto alle influenze di altri stili architettonici.
Nel 1892 si trasferì a Firenze, dove aprì un altro studio, dando avvio ad una intensa attività nella quale si segnala la lottizzazione di via Metastasio a Firenze per la Società Edificatrice di Colombaia, oltre a diversi progetti per la committenza privata.