Il Cinema Passerotti, storia di una passione di famiglia
“Quella del Cinema Passerotti è una storia comune a moltissime sale italiane che in quegli anni chiusero i battenti… oggi il cinema si vede in casa, il rito non è più collettivo ma diventa personalizzato sui device. La crisi del cinema sembra ancora oggi inarrestabile: solo negli ultimi dieci anni hanno chiuso 712 sale, spesso ubicate nei centri storici…”
Il Cinema Passerotti fa parte del patrimonio collettivo di tutti gli abitanti di Peccioli, per questo è importante conservarlo e conservarne la memoria. Venne costruito e inaugurato nel 1927 da Oreste Passerotti, convinto dal figlio Dino poco più che ventenne, e ospitò fin da subito rappresentazioni teatrali e operette.
Oreste, nato nel 1871 a Montefoscoli, era un impresario edile che contribuì all’espansione del paese di Peccioli nei primi decenni del Novecento, costruendo anche i nuovi edifici residenziali in via Mazzini.
Il cinema teatro Passerotti ha una struttura semplice a pianta rettangolare con un piccolo atrio all’ingresso da cui si accede direttamente alla platea. La struttura presentava una pianta rettangolare, poco distante dal fronte stradale da cui la separava un basso muro di recinzione. L’ingresso si apriva in un piccolo atrio che funzionava da sala d’aspetto e ospitava la biglietteria. Da qui si accedeva direttamente alla platea, inclinata verso il palcoscenico, che poteva ospitare fino a circa 200 posti seduti. Sempre dalla sala d’aspetto si raggiungeva, tramite una scala, il primo piano dove si trovavano una seconda saletta d’attesa, la cabina di proiezione e la piccola galleria che poteva ospitare fino a circa 90 persone sedute. Era interamente realizzata in legno ed era sorretta da due colonne. Il boccascena del palco era largo 6 m e alto 5 e l’ottima acustica di tutta la sala era assicurata dall’impiantito in legno che la rivestiva. In generale la struttura ha mantenuto fino ad oggi lo stesso impianto.
Il cinema teatro Passerotti ospitò fin da subito rappresentazioni teatrali ed operette ma dedicò sempre più spazio alla più moderna forma di intrattenimento: il cinema.
Dino Passerotti fu fin dall’inizio l’anima del cinema teatro, aiutato da alcuni dei familiari, e si occupò dell’attività fino al 1944, quando morì a soli 46 anni. Alla guida dell’attività gli successe il figlio maggiore Lido che lasciò il lavoro in banca per occuparsene a tempo pieno; fu proprio lui a decidere di aprire al pubblico tutti i giorni tranne il venerdì, giorno in cui si recava a Firenze per scegliere i titoli da inserire nella programmazione.
Nell’immediato dopoguerra, anche grazie all’aiuto di Renato Bagagli, elettricista di Montecchio, Lido Passerotti allestì un’arena estiva lungo la piccola strada che portava ai lavatoi, dietro al palazzo dell’odierna Misericordia. I palchetti erano costruiti con zatteroni di legno portati dagli americani durante la guerra cosi come alcune poltroncine pieghevoli. Il proiettore rimaneva all’interno del cinema ma per la stagione estiva doveva essere spostato sul palcoscenico e la proiezione era fatta attraverso due apposite bocche ricavate accanto ad una finestra.
Fra il 1953 e il 1954 l’arena venne spostata dal lato opposto del cinema su di un terreno acquistato appositamente e ancora oggi di pertinenza della struttura. Questo nuovo spazio poteva accogliere quasi 500 posti a sedere e era dotato uno schermo panoramico in muratura molto più grande di quello dell’arena precedente. Le sedute erano ribaltabili, con lo schienale curvo per garantire allo spettatore una comoda visione del film, e fissate a terra ad appositi listelli in ferro ancorati al terreno ricoperto di ghiaia. L’effetto stereofonico era prodotto dalle casse acustiche sistemate ai lati dello schermo. Nei primi tempi Lido aveva una sola macchina da proiezione che doveva essere spostata dall’interno all’esterno durante la stagione estiva: questo spostamento era piuttosto complesso, quindi, in caso di maltempo, l’arena ed il cinema rimanevano entrambi inattivi. Nella seconda metà degli anni ’50 Lido decise, allora, di acquistare una seconda macchina da proiezione da lasciare sempre installata nell’apposito casotto dell’arena.
Lido Passerotti intuì l’importanza del cinema come motore di aggregazione sociale e divulgazione culturale cercando di arricchire l’offerta per gli spettatori, con la collaborazione della madre Esterina Cecchi, e della moglie Rina Corona: potenziò lo spaccio per le consumazioni collocato nell’atrio e, nell’attesa degli spettacoli, diffondeva dalle casse audio musica classica, colonne sonore tratte dai film e musica americana.
Dopo il 1954, con l’avvento delle prime trasmissioni RAI, Lido Passerotti almeno inizialmente riuscì a sfruttare questo nuovo fenomeno per attirare la gente nel suo cinema. Decise, infatti, di comprare un apparecchio capace di ricevere il segnale TV e proiettarlo su uno schermo di 3 x 2 m proponendo un doppio spettacolo: prima la trasmissione TV e a seguire il film.
Nel 1966, inoltre, risistemò completamente il cinema teatro per adeguarlo alle nuove normative e, in quell’occasione, la piccola galleria in legno, venne sostituita con quella in muratura attualmente visibile.
Passerotti cercò di continuare a tenere aperto il cinema anche d’estate, ma il pubblico calò sempre più considerevolmente e nel 1969 fu costretto a chiudere l’arena esterna, lasciando solo le proiezioni al coperto del periodo invernale.
Negli anni ’60 il cinema teatro Passerotti ospitò anche eventi teatrali, per esempio quello del “regista” pecciolese Francesco Giaganini, e talvolta di rappresentanza per la politica locale, memorabile il consiglio comunale dell’8 gennaio 1967 durante il quale l’illustre cittadino Dino Merlini venne investito della cattedra di patologia dell’Università di Roma, confermando ancora una volta il valore sociale e culturale di questo luogo.
La programmazione del cinema Passerotti era ampia e variegata per accontentare i diversi gusti del pubblico e far conoscere tutti i generi: dal western al dramma, dai kolossal alle comiche, dai film impegnati alla commedia all’italiana, dall’avventura al sentimentale.
A cavallo tra gli anni ’60 e ’70 il cinema iniziò a perdere terreno rispetto alla televisione, ma l’amore per il grande schermo faceva ancora nascere nuove iniziative specialmente nelle comunità più piccole. Infatti i numeri tornarono a salire per qualche tempo grazie all’aiuto inaspettato dell’austerity del 1973-1974 (quando la domenica era più difficile spostarsi in macchina).
Un colpo decisivo per il cinema fu il divieto di fumare introdotto nel 1975 che portò i numerosi fumatori ad allontanarsi dalle sale preferendo una serata davanti alla TV. Il pubblico del cinema Passerotti continuò a diminuire, tanto che una catena della grande distribuzione fece una proposta per acquistare l’immobile dalla famiglia che però rifiutò. Lido Passerotti continuò la sua attività cercando sempre di far quadrare i conti fino all’aprile del 1979 quando il cinema chiuse per la pausa estiva: morì a 59 anni nell’ottobre dello stesso anno e l’attività del cinema teatro Passerotti finì.
Nell’ottobre del 1978 il figlio, Dino Passerotti, aveva fondato l’associazione e circolo culturale “La Ginestra” insieme ad un gruppo di amici pecciolesi, assumendone la carica di presidente. L’associazione si fece carico di dare nuova vita al cinema Passerotti scegliendo filoni tematici o registi su cui fare cicli di film seguiti da dibattito, qualche volta invitando degli esperti e promuovendo anche attività teatrale. Indimenticabili gli spettacoli di un giovanissimo Andrea Boccelli e dei Giancattivi, e i numerosi spettacoli amatoriali in cui sono i soci stessi ad improvvisarsi attori, su testi scritti da qualche amico come “La mucca e il capitale”.
Nel 1983, a seguito della tragedia del cinema Statuto di Torino avvenuto il 13 febbraio in cui morirono 64 persone, venne avviata una riforma degli obblighi di sicurezza per i gestori dei cinema che comportava notevoli investimenti per l’adeguamento degli impianti. Né Dino Passerotti né l’associazione “La Ginestra” poterono sostenere tali costi, così il Cinema, dopo quasi 60 anni al servizio del divertimento, dei sogni e delle emozioni dei pecciolesi, chiuse definitivamente i battenti. Da quel momento, nonostante le numerose richieste di acquisto, Dino Passerotti preferì non vendere l’immobile fino a che nel 2013 il Comune di Peccioli ne acquisì la proprietà. In quest’ultimo decennio l’Amministrazione ha portato avanti un progetto di recupero e valorizzazione con l’obiettivo di ridare a questo luogo il ruolo di motore di aggregazione sociale e divulgazione culturale che aveva in passato, rivolgendosi ad un pubblico non più solo locale. Negli anni ha ospitato conferenze, concerti, talk, spettacoli teatrali e reading accogliendo di nuovo il pubblico.
Bibliografia
Il Cinematografo a Peccioli. Emozioni e passioni attorno al Cinema Passerottti”, edito da Belvedere spa, 2017.