Chi viene a Peccioli non può esimersi dall’assaggiare i bastoncelli, un dolce tipico che ha conservato nel tempo il legame e il sapore della tradizione.
Ogni nonna o mamma di Peccioli ha la propria ricetta di famiglia, che viene tramandata di madre in figlia. Per realizzare i bastoncelli occorre uno strumento molto particolare: “Le Forme” cioè lo stampo, anche questo tramandato di generazione in generazione, e che viene usato ancora oggi. I bastoncelli venivano fatti per festeggiare matrimoni, battesimi, comunioni, cresime, San Verano e altre ricorrenze non religiose e si possono trovare solo “in famiglia” o nei negozi di generi alimentari di Peccioli.
L’origine del nome non è chiara, si presume che derivi dalla particolare forma dell’impasto durante la lavorazione, che viene arrotolato e allungato, come un bastone, per poi essere tagliato in pezzetti e messo sulle forme a cuocere. Secondo altri il nome deriva dai lunghi manici delle forme, che assomigliano a veri e propri bastoni. Fondamentale è non confondere i bastoncelli, con altri dolci tipici toscani: le nozze e i brigidini. Gli ingredienti sono gli stessi ma variano le proporzioni e i procedimenti, inoltre, le nozze vengono arrotolate diventando coni, i brigidini hanno una consistenza più compatta e un aspetto più sottile e durante la loro lavorazione “colle mani sulla spianatoia e formatene delle pallottole grosse quanto una piccola noce”, quindi non una forma allungata.
La nozza, nata e prodotta a Calcinaia, ha origine molto antiche e prende il nome dal fatto che veniva preparata in occasione di matrimoni, riempita di confetti e usata come bomboniera. Nel 1975 venne istituita la sagra della nozza da un gruppo di calcinaioli che facevano riferimento alla Deputazione di Santa Ubaldesca Taccini, la santa protettrice del paese. Il brigidino viene descritto da Pellegrino Artusi come “un dolce o meglio un trastullo speciale alla toscana, ove trovasi a tutte le fiere e feste di campagna e lo si vede cuocere in pubblico nelle forme da cialde”. La leggenda vuole che nel XVI secolo siano state le suore di un convento ad inventare per sbaglio il brigidino. Tutto cominciò con un errore di suor Brigida, che si confuse mentre stava preparando l’impasto delle ostie. Le sorelle, per non sprecare quel composto, pensarono di ingentilirlo aggiungendovi dei chicchi di anice. Nacque così quel “trastullo speciale” destinato a divenire una tradizione a Lamporecchio, dove la ricetta si è tramandata di generazione in generazione dando vita a molte botteghe artigianali specializzate proprio nel brigidino, finché nel 1980, venne inventata la macchina dei brigidini.
Come abbiamo già detto ogni famiglia ha la sua versione dei bastoncelli, riportiamo qui la ricetta di Giulia Arzilli, di Oliana Lupi e quella tratta dal volume San Colombano itinerario gastronomico a cura di Tatiana Battaglia, Lorella Ferretti, Elena Laura Francesconi, Maria Teresa Volpi.
Ricetta di Giulia Arzilli 12 uova, 3 kg di farina, 1,5 kg di zucchero, 350 g di zucchero di vaniglia, 3,5 bicchieri di olio di girasoli, 350 g di rosolio, 50 g di anici.
Ricetta di Oliana Lupi 3 uova, 400 gr di zucchero, 50 gr di zucchero di vaniglia, 100 gr di rosolio, mezzo bicchiere di olio di semi, mezzo bicchiere di acqua, un cucchiaio di anici, farina fin che la prende (anche 1 kg)
Ricetta tratta da San Colombano itinerario gastronomico a cura di Tatiana Battaglia, Lorella Ferretti, Elena Laura Francesconi, Maria Teresa Volpi. 7 uova e un tuorlo, 150 g di farina 00, 150 g di zucchero, 150 ml di olio di oliva, 150 ml di rosolio, 40 g di semi di anice, un pizzico di sale.
Preparazione: In una ciotola, dopo averli lavati, mettete i semi di anice nell’olio per mezz’ora. Sbattete le uova con lo zucchero finché non diventano spumose e lo zucchero non sarà scomparso. Ancora mescolando, unite il rosolio, l’olio con i semi di anice e per ultima, la farina setacciata. Una volta amalgamato l’impasto, lasciatelo riposare per circa due ore, coprendolo con un canovaccio. Mescolate l’impasto ogni tanto per evitare che si formi la crosta. Scaldate l’apposito stampo sul fornello, mettete un po’ di impasto al centro, schiacciate e cuocete per pochi minuti da entrambi i lati, finché i bastoncelli non saranno dorati. Aprite lo stampo con l’aiuto di un coltello e staccate i bastoncelli dalla piastra. Lasciateli cadere in una ciotola, dove devono raffreddarsi prima di poterli mangiare.