Da Amneris alle “Attese”: la storia di un bel successo familiare
Partiamo da moltissimo tempo fa, quando, ormai cento anni orsono, Armido Ferretti possedeva una piccola bottega in Via Carraia, a Peccioli. Qui, intorno agli anni ’30 del Novecento, il nonno di Lorella (l’attuale anima della Pasticceria) vendeva frutta, generi alimentari, ma anche articoli per la casa. Aiutato dalla moglie Amneris, nome di pucciniana memoria, inizia a vendere le torte che la donna prepara e che cuoce nel forno vicino. Quelli sono gli albori della Pasticceria Ferretti. Allo stesso tempo Amneris viene chiamata nella Fattoria Antinori di Poggio Cosmiano e nei poderi delle Serre per cucinare in occasione delle ricorrenze dell’agricoltura: la battitura del grano, la vendemmia, la raccolta delle olive… Amneris, che inventa un servizio di catering in nuce, si sposta per i poderi e cucina durante questi eventi sia per i signori, sia per i lavoratori agricoli. Conosciuta da tutti a Peccioli come Amèris, lei cucina e fa i dolci anche in occasione dei matrimoni dei pecciolesi ed è appunto ricordata da tutti perché li aveva resi felici nei momenti felici e di festa.
Amneris e Armido hanno sette figli, alcuni deceduti anche in maniera tragica, in giovane età. Amneris, donna bellissima, con occhi di colore diverso, azzurro e grigio, dice di aver mantenuto una pelle senza rughe proprio per aver pianto così tanto a causa della perdita dei figli.
Lo zio Lelio, ad esempio, che viene a mancare molto presto a causa di una grave malattia, entra a far parte della storia della Pasticceria. Lelio, insieme a Giovanni rileva il bar della zia, sorella del nonno Armido, che è collocato negli attuali spazi della “Pasticceria Ferretti”. I due fratelli vanno a Livorno a “scuola di pasticceria”, in un locale molto importante e trapiantano l’attività di pasticceria in Valdera. Solo torte e dolci venivano allora preparati, una vera delizia ricorda Lorella!
Giovanni, dopo la morte prematura del fratello Lelio, continua insieme alla moglie Mirella l’attività di pasticceria che hanno avviato, con molti sforzi e con un grande investimento economico.
Lorella ricorda il periodo delle Comunioni: un momento di pura gioia! A ogni ricorrenza Giovanni, il padre, preparava anche trenta torte a piani. Un’attività che ha dato tanta soddisfazione ai Ferretti, per cui la preparazione di questi dolci diventava una festa di famiglia e a cui tutti i parenti collaboravano. La Pasticceria sfornava torte a più piani (uno o due, fino a cinque piani). Fatte di Pan di Spagna, farcite con crema al burro, con pezzi di cioccolata, un goccio di liquore bianco e ricoperte con pasta di mandorle, questa la ricetta del successo! I decori di Giovanni parevano merletti e queste torte, nei ricordi di Lorella bambina, svettavano in altezza come i moderni grattacieli di New York. La statuina e il nome del bimbo o della bimba a cui il dolce era dedicato completavano l’opera d’arte.
Giovanni, quando in luglio le figlie erano al mare, chiamava le bimbe del paese per aiutarlo nelle consegne a domicilio delle torte con la macchina familiare. Le bambine si mettevano dietro mentre Giovanni guidava e avevano il compito di reggere queste torte altissime, in modo che non si rompessero! Il provetto pasticcere faceva i buchi nelle torte a tre piani per infilarci il marchingegno che le reggeva. In particolare, don Pietro veniva in Pasticceria il sabato delle Comunioni, si posizionava con la sua seggiolina accanto a Giovanni aspettando di mangiare le porzioni rotonde di torta che corrispondevano ai buchi del marchingegno. È stato un bel periodo, ci dice Lorella, emozionata e felice. Vista la gran mole di richieste, anche gli zii da Livorno venivano a preparare le tartine e le schiacciatine: era una sorta di festa familiare.
Lorella, l’attuale proprietaria, ci tiene a precisare che oggi loro dimostrano di essere ciò che sono sempre stati: una famiglia unita nel momento del bisogno, ma anche nel lavoro. Tutti i fratelli, tutti i cugini, gli zii, tutti hanno sempre dato una mano.
Andrea, il marito di Lorella, è poi subentrato a Giovanni. È così che, ormai quindici anni fa, i due si ingrandiscono, lanciandosi nella ristorazione. Prima i taglieri poi la pizza, una passione, quella di Andrea per la cucina, vera e propria. Lui sceglie sempre prodotti di prima qualità che siano la base per dei piatti genuini. La Pasticceria diventa un punto di riferimento per il territorio, non solo, diventa un sinonimo di Peccioli. Andrea si ispira anche ai programmi televisivi di cucina per sperimentare e giocare con la cucina, si diverte a ricreare le ricette che lo colpiscono. Panettoni e schiacciate di Pasqua, prodotte in gran quantità, sono diventate dei prodotti di punta rivolti anche a una clientela molto esigente delle grandi città italiane, come ad esempio Milano. Lorella e Andrea vogliono portare il loro contributo al territorio tenendo alta la bandiera della loro attività, una sorta di ringraziamento a Peccioli, che comunque se lo merita. Anche in gennaio, da sempre un periodo di stallo per il commercio, con perseveranza, sono rimasti aperti per i “nuovi” turisti, attratti dalle opere di arte contemporanea e dalle bellezze che sempre più Peccioli riesce ad offrire.
Qualità dei prodotti, perseveranza, stare dietro ai tempi, queste sono le parole chiave di Lorella. Sempre attenti alle novità, i gestori della Pasticceria il lunedì, nel loro giorno libero, vanno a pranzo fuori per confrontarsi con le altre attività di ristorazione e magari carpirne qualche segreto. Molte novità Lorella le ha viste, quasi affascinata, nella città della Grande Mela e, di certo, si è portata via da New York un po’ di quella energia e quella carica che la contraddistinguono. Un’attenzione ai prezzi giusti li rendono unici. Anche se i costi per le attività sono triplicate, loro cercano di darsi molto da fare a livello familiare per tenere bassi i prezzi e fidelizzare la loro clientela. Puntano ai clienti abituali, in modo che possano venire non una soltanto, ma anche un paio di volte al mese. Il packaging è importante: Lorella vuole dare un’impronta particolare ai prodotti che escono dalla Pasticceria, per renderli sempre “frizzanti” e nuovi: scatole, borse, belle confezioni fanno sì che essi diventino anche un regalo di qualità. La mano di una donna certo si nota! Lo sguardo di Lorella è riuscito a vedere un po’ più lontano. Ci sono state un’attenzione minuziosa ai particolari e molta tenacia che hanno segnato la vittoria!
Alla Pasticceria Ferretti ha dato nel tempo un tocco etnico anche la presenza di stagiste straniere, ragazze diventate un pezzo fondamentale della famiglia. L’attività ha accolto per tre anni la giapponese Kayuri (arrivate tramite la scuola internazionale di Italian Cuisine a Lucca), le ragazze del Rwanda Claudine e Sonia, venute grazie a un progetto umanitario, che oggi abitano a Parigi. Si stabilisce una sorta parentela con queste ragazze straniere venute ad apprendere un difficile mestiere e che, qui in Italia per la prima volta hanno visto il mare o la neve…
Niccolò, il figlio di Lorella e Andrea Donati, ha introdotto l’attività del gelato, questa è la sua passione e la grande novità della Pasticceria. Si è ricavato un importante spazio all’interno di essa, dove può produrre un ottimo prodotto fatto con materie genuine.
Oggi Lorella, che si occupa anche di progetti europei, da donna matura, si dice felice per il figlio e soddisfatta dell’attività di cui è imprenditrice, che le ha dato tanto ma che nel tempo le ha anche sottratto molte esperienze della sua vita privata.
Le chiediamo infine un piatto forte, cosa ci consiglierebbe. Lei, come sempre prende in mano la situazione e ci risponde: “Quello di oggi! Un ottimo french toast con crema di Parmigiano, pane fatto con farina di Floriddia… olii speciali, di Andrea Bertini o delle Palaie, sale Maldon e… tartare di chianina! Oppure un ottimo ragù di chianina, alla maniera di Anna Buti. Per farci capire che il merito della loro cucina proviene sempre dal territorio.
Progetti futuri? Lorella ci “spoilera” il montaggio di un gazebo d’artista proprio davanti alla sua Pasticceria, in Via Carraia. Disegnato da Vittorio Corsini, questo piccolo déhor, intende inserirsi a pieno titolo nel circuito delle opere d’arte di Peccioli. È una piccola costruzione esterna, esile e bianca chiamata “Attese”, dove appunto sorseggiare un caffè mentre si aspetta qualcuno che magari non vediamo da molto tempo. Sono quattro casette aperte costruite in ferro con tetto di vetro. Le sedute fisse sono disposte su di una pedana accessibile. Sulla sommità ci saranno delle scritte al neon luminose: “Big bang”, “Aria”, “Attese”. Vittorio Corsini, che si è calato con semplicità nel progetto, ha anche accettato le piccole modifiche chieste da parte dei proprietari. Per rendere l’ambiente interno più accogliente, si procederà anche a un restyling delle luci con l’azienda Domus.
Lorella e Andrea desiderano che il tempo trascorso in Pasticceria sia sempre più un momento di benessere e che questa struttura, con il suo déhor firmato Vittorio Corsini, stia degnamente dentro a un circuito artistico che sta portando molta gente nuova a Peccioli.
Articolo tratto dall’intervista a Lorella Ferretti, realizzata nella sua Pasticceria il 29 gennaio 2022.