Una leggenda
narra che due statue raffiguranti un’Annunciazione siano state recuperate tra
le rovine di una vecchia chiesa a Ghizzano, frazione del Comune di Peccioli
(Pi); trasportate da un carro trainato da buoi, là dove il carro si fermò, si
decise di fondare un nuovo piccolo edificio che le ospitasse.
Scenograficamente
collocate sull’altare maggiore della Cappella della Santissima Annunziata di
Ghizzano, l’Angelo Annunciante e la Vergine Annunciata si presentano in tutta
la loro eleganza che si esplicita nella dolce curvatura dei corpi e nella
finissima resa dei tratti somatici. Le due statue, scolpite nel corso del XIV
secolo, appartengono a quel cospicuo gruppo di statue lignee disseminate nella
campagna intorno a Pisa che traggono la loro origine dal divulgarsi della moda
iconografica del gruppo dell’Annunciazione e dalla scuola pisana dei figli di Andrea
Pisano. Elegante e dolcissimo colloquio collocabile intorno agli anni settanta
del Trecento, sono caratterizzate da un modellato delicato e morbidamente
composto nelle movenze. La semplice veste rossa e la mobilità delle braccia della
Madonna consentivano probabilmente all’opera di essere vestita, nelle
solennità, con abiti di stoffa.
Queste
deliziose opere sono state attribuite in un primo momento a Nino Pisano poi a
Tommaso per le affinità stilistiche con il Dossale della chiesa di San
Francesco di Pisa, unica opera a lui sicuramente attribuibile. A Tommaso, per
molto tempo considerato dalla critica come offuscato dalla fama e alla luce del
fratello maggiore, si attribuiscono interventi esecutivi in molte opere di
Nino: il modo di trattare le mani, con volumi appena sfaccettati, una più
schematizzata descrizione dei capelli e un cadere meno modulato delle pieghe ma
anche certe curiosità decorative.
Una bottega, la
loro, dove dal padre ai figli si rielaboravano con mille variazioni modelli,
schemi, motivi e morfemi, dove le opere sono frutto di una stretta
collaborazione che non sempre si ferma ad una rigida divisione dei ruoli, in
un’unità dell’attività imprenditoriale.
Le
accentuazioni sentimentali di Nino sono da Tommaso semplificate o irrigidite in
un linguaggio che si abbrevia in contrazioni vernacolari. Di più aggiornata
cultura è l’impianto architettonico, ispirata dagli altarini francesi; ciò può
indicare una maggiore esperienza di Tommaso nel campo dell’architettura, come
se si fossero specializzati in due diversi aspetti dell’attività paterna.